venerdì 29 dicembre 2006

Conflitto d'interessi

Usciamo, sia pure per una manciata di voti, dall´esperienza del governo Berlusconi: un monumento vivente al conflitto d´interessi. Ora occorre senza indugio fare in modo che quell´esperienza sia irripetibile e tutelare la normalità istituzionale secondo canoni applicati in tutte le democrazia più evolute.

La regolamentazione dei conflitti di interesse è infatti parte integrante di ogni ordinamento democratico e tutela un principio fondamentale della democrazia rappresentativa: la garanzia di assoluta imparzialità nell´esercizio delle funzioni di governo, a qualsiasi livello esse siano esercitate. Chiunque svolga una funzione pubblica non può avere interessi personali in contrasto con l´interesse generale.

Sotto questo profilo l´Italia repubblicana non ha dato mai segnali di rigore, e la nostra società appare come una vera selva di conflitti d´interesse. A maggior ragione è necessario un provvedimento che interrompa questo costume. Molti politici dell´Unione ripetono che la legge non può essere punitiva verso Berlusconi. Ma una legge che non impedisca a un monopolista televisivo di esercitare ruoli di governo -e di stabilire, come ha già fatto, leggi a proprio vantaggio- perché dovrebbe essere rispettata da chi ha conflitti d´interesse infinitamente minori?

La legge deve valere per tutti e quindi anche per il caso più clamoroso.

CHIEDIAMO:
  1. una legge che disciplini tutti i conflitti d´interesse e quindi tocchi tutte le funzioni di governo, non solo nello stato ma anche in regioni, province e comuni. La proposta di legge dell´Unione, a firma Franceschini, Migliore, Donati e altri presentata il 7 luglio 2006, non rappresenta a nostro giudizio una risposta adeguata.
  2. una legge che cancelli in modo radicale il sistema del duopolio televisivo (Rai e Mediaset) promuovendo una pluralità di soggetti privati nel segno di una vera concorrenza, e ricostruisca la Rai come autentico servizio pubblico, libero dalla lottizzazione dei partiti.
  3. una legge che stabilisca in modo inequivocabile l´ineleggibilità dei detentori di mezzi di comunicazione o in subordine la loro incompatibilità, che però deve essere assoluta e incondizionata, con qualsiasi ruolo di governo. Il principio guida è inconfutabile: chi esercita un mandato pubblico per volontà dei cittadini elettori non può possedere o controllare strumenti decisivi per orientare in qualsiasi modo e a qualsiasi fine la volontà popolare.
  4. L´abrogazione di tutte le leggi ad personam.
Il governo Prodi appare oggi assorbito e impegnato nell´unico compito del risanamento economico del paese. E da questo punto di vista non esita a chiedere ai cittadini i sacrifici necessari. Ma c´è un risanamento istituzionale che è altrettanto importante e indilazionabile, non richiede costi aggiuntivi, ripristina un principio di legalità che promuove la responsabilità solidale di tutti. Dunque non si può indugiare!

Il confronto su questi temi non può essere limitato alle aule parlamentari, né gli interlocutori principali dell´Unione possono essere proprio coloro che in questi anni si sono resi responsabili delle più vistose manomissioni delle regole democratiche. Chiediamo che attraverso audizioni parlamentari le associazioni della società civile siano ricevute e ascoltate.
Firmate QUI

giovedì 28 dicembre 2006

Petizione RAI

La RAI TV (Radio Televisione Italiana) è, per definizione, la nostra "televisione di stato". Questo significa che è finanziata dallo stato, e che ad esso deve rispondere sia rispetto ai contenuti che alla sua gestione.

Siamo quindi noi cittadini, e noi soltanto, a pagare questo pubblico servizio di informazione. Paghiamo lo stipendio ai suoi dipendenti, paghiamo i suoi costi di gestione, e paghiamo soprattutto il costo di produzione di ogni singolo minuto che la RAI produca e metta in onda, dal telegiornale al documentario sulle farfalle canadesi.

Man mano che passano le ore, i giorni, i mesi, e gli anni, tutto ciò che viene trasmesso viene a sua volta archiviato in quella che si può ormai considerare a tutti gli effetti la "memoria storica" del nostro paese.

Tutto questo noi lo paghiamo in almeno tre modi diversi: tramite il canone, tramite le tasse (parte delle quali va a costituire l'annuale finanziamento governativo RAI), e lo paghiamo soprattutto - anche se di questo raramente teniamo conto - nel sorbirci infinite ore di pubblicità, per la quale i vari inserzionisti sborsano cifre tutt'altro che insignificanti alla rete di stato. (Siamo sempre noi a pagare queste cifre, nel momento in cui acquistiamo i prodotti pubblicizzati, che altimenti non lo sarebbero).

Nonostante tutto questo, e nonostante il fatto che l'archivio RAI stia venendo progressivamente digitalizzato - e sia quindi teoricamente disponibile via Internet - noi non abbiamo alcun diritto di libero accesso ad un singolo minuto mai trasmesso dalla RAI fin dal giorno in cui è nata.

Per farne un qualunque uso, seppure a scopo non commerciale, il cittadino deve mettere nuovamente mano al portafoglio in maniera sostanziale, e deve preparasi ad affrontare una trafila burocratica sufficientemente intricata da scoraggiare la maggior parte delle persone a perseguire questo obiettivo.

Di fronte a questa palese ingiustizia, sembra legittimo richiedere ufficialmente che l'archivio RAI diventi accessibile via Internet gratuitamente per tutti.

Questa la richiesta della petizione aperta da Arcoiris TV che trovate su questa pagina, e che invitiamo tutti caldamente a considerare di sottoscrivere.

domenica 24 dicembre 2006

Evasione fiscale

2006 Guardia di Finanza: 6950 gli evasori totali individuati, 15,5 miliardi non dichiarati, Iva evasa per 3,5 miliardi, scoperti 28mila lavoratori in nero.

Bell’Italia, nulla da dire!

I disonesti che le tasse le evadono, si organizzano come possono, oltre ogni etica, oltre ogni morale, che vale sempre per gli altri e mai per se stessi, con tutto ciò che ne consegue in termini di guasti sociali, economici, politici.

Che fare? Non ci sono ricette pronte da proporre. Se non segnalare il dovere morale di una indignazione generalizzata, utile ad ottenere la riscrizione delle regole per una nuova convivenza civile e sociale. Partendo da alcuni punti di forza che vorremmo auspicare siano davvero tali:
un Governo autorevole e riformista,
forze dell’Ordine operanti in rete,
nuova legge elettorale con un proporzionale corretto,
governo pubblico (e non già della criminalità) ,
azione forte della Chiesa cattolica e delle altre religioni di orientamento ed indirizzo delle coscienze
comunicazione qualificata dei mass media nazionali e locali,
lotta al consumismo!

Sarebbe questo un primo inizio, per cambiare un Paese che rischia seriamente di implodere, oltre ogni statistica, oltre ogni pur meritevole azione di contrasto della Guardia di Finanza e degli altri Corpi gloriosi dello Stato, oltre ogni pur lodevole presa d’atto che “Siamo in un momento di preoccupante distacco tra la politica, le istituzioni e i cittadini”, come ha riconosciuto anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante una cerimonia al Quirinale.

giovedì 21 dicembre 2006

Petizione: Parlamentari senza condanne

Al Presidente del Senato, On. Franco Marini
Al Presidente della Camera dei Deputati, On. Fausto Bertinotti

Illustri Presidenti,
alcuni parlamentari pur con sentenze definitive sono tutt’ora rappresentanti del popolo italiano. Organi di stampa e forze politiche hanno denunciato questa inaccettabile condizione. Esperti giuristi hanno sollevato eccezioni dall'una e dall'altra parte. La voce del popolo italiano si è voluta far sentire, pur nel rispetto dei principi garanti della Costituzione, per protestare contro un principio infranto. Quello della legge uguale per tutti. Ma non lo è se un comune cittadino colpito da una sentenza definitiva non può che rispettare le sentenze e le conseguenze di esse, mentre un parlamentare della Repubblica può invocare i regolamenti parlamentari per sfuggirle.

La nostra Costituzione, è vero, non dice che chi ha subito condanne definitive non può stare in Parlamento. Ma solo perché i nostri Padri costituenti hanno posto la giustizia e certezza del diritto a principio ispiratore non di un articolo ma della Carta stessa.

Chiediamo pertanto la decadenza del mandato dei parlamentari con sentenze definitive a far data dal pronunciamento delle medesime con restituzione all'erario delle somme fin qui percepite.

Chiediamo che i rappresentanti del popolo siano persone al di sopra di ogni pregiudizio penale fedeli ai principi e ai valori della Costituzione e auspichiamo che le Istituzioni garanti del nostro Paese siano custodi supremi della volontà popolare.

FIRMA PER QUESTA PETIZIONE

mercoledì 20 dicembre 2006

Di Pietro: "Niente tagli a super stipendi e politici, un finanziamento truffa. La finanziaria è un raggiro". Prodi fa finta di nulla

Ricordate il tetto agli stipendi d'oro dei manager che il governo aveva promesso? Sparito dalla finanziaria. Ricordate i tagli sui costi della politica che Prodi e D'Alema avevano sbandierato come dimostrazione di serietà? Non è previsto neppure un taglio in questa manovra. Una presa in giro insomma. Agli italiani, a noi. Il ministro Antonio Di Pietro è in Parlamento a dare battaglia. A chiedere che siano reintrodotti immediatamente per decreto questi provvedimenti. E ha denunciato anche la truffa del rimborso e del finanziamenti ai partiti. Una forma scandalosa di 'furto' legalizzato della piovra partitica. Di Pietro ha fissato una data per cambiare 'senza se senza ma', come dice lui. Il consiglio dei ministri del 27 dicembre, nel quale devono essere corrette queste nefandezze ai danni dei cittadini.

Bisogna far giungere al ministro Di Pietro un forte, fortissimo consenso popolare. O si cambia o il 27 davanti a palazzo Chigi si fa il Capodanno anticipato.
Occorre una mobilitazione ...CONTINUA

domenica 17 dicembre 2006

Alternativa agli inceneritori

Un'alternativa a tutti gli impianti di incenerimento per combustione è la dissociazione molecolare, definita pirolisi, per la gassificazione. In un ambiente chiuso con temperature inferiori ai 400°C e in quasi totale assenza di ossigeno, i rifiuti organici, cioè contenenti carbonio (precedentemente separati dagli altri componenti riciclabili degli RSU, che possono però anche essere introdotti senza alcun trattamento), possono essere completamente distrutti scindendone le molecole in molecole più semplici di monossido di carbonio, idrogeno e metano, che formano un gas di sintesi abbastanza puro da essere usato tal quale. L'energia imprigionata attraverso la fotosintesi clorofilliana in tali sostanze organiche può così essere liberata o bruciando il metano in una caldaia per sfruttarne il calore o alimentare una turbina elettrica, o usandolo come combustibile per motori a scoppio, o ricavandone idrogeno da usare poi in pile a combustibile per produrre elettricità.

Alla fine del processo rimangono ceneri per il 3% della massa immessa. Rispetto ai normali inceneritori, per via delle particolari condizioni in cui avviene il processo: la bassa temperatura riduce di oltre cento volte l'emissione di polveri sottili (e in particolare è ridotta la produzione di nanopolveri); la produzione di acido cloridrico, anidride solforosa e monossido di carbonio è ridotta a meno della metà; gli ossidi di azoto sono ridotti a un terzo; i metalli pesanti di 20-50 volte; la concentrazione di diossine e furani è inferiore ai livelli misurabili.

Il tutto con un rendimento medio del 70%, variamente distribuito in elettrico e termico a seconda dell'impianto, da confrontare con un rendimento per i termovalorizzatori che è circa del 50% termico più 10% elettrico.

I gassificatori sono molto flessibili – possono essere di varia tipologia e potenza –, e sono un sistema efficiente per sfruttare le potenzialità energetiche delle biomasse in generale, oltre che dei rifiuti solidi urbani: si prestano pertanto a essere usati in agricoltura, poiché permettono di sfruttare terreni poco produttivi o adatti solo a colture non pregiate per produrre energia, un bene invece dal valore in continua crescita.

Pertanto, a fronte di un investimento relativamente modesto sia in fase di costruzione sia in gestione (grazie alla possibilità di introdurre una grande varietà di materiale organico anche non trattato e in virtù della non necessità di smaltire o filtrare grandi quantità di emissioni o rifiuti tossici), permettono di ottenere un guadagno costante e sicuro, il che dà loro alte potenzialità di sviluppo anche nel medio-breve termine, in un contesto di difficoltà di smaltimento dei rifiuti (e di opposizione alla costruzione di inceneritori tradizionali per i timori per la salute e l'ambiente) e di contrazione del mercato per gli agricoltori.

Ps: Firmate la 'RESET - Petizione contro i finanziamenti agli inceneritori e centrali a fonti assimilate'. Oggi siamo a 18.000 firme.

Montanari ad un convegno

sabato 16 dicembre 2006

No agli inceneritori

Guardate questo video di Beppe Grillo.



giovedì 14 dicembre 2006

Eutanasia

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da Piergiorgio Welby Co-Presidente dell'Associazione Luca Coscioni.

mercoledì 13 dicembre 2006

Il rubinetto alternativo

Come noto, per la nostra salute è consigliabile bere molta acqua - soprattutto fuori dai pasti - nella quantità minima di 1-2 lt al giorno. Purtroppo siamo stati abituati, negli ultimi decenni, a preferire l'acqua in bottiglia a quella del rubinetto, anche se non ci sono validi motivi per farlo.
In Italia vengono così consumati ogni anno circa 10 miliardi di litri di acqua imbottigliata e prodotte circa 200.000 tonnellate di rifiuti di plastica.

Valutiamo l'impatto di questo consumo, non soltanto in termini di risorse ma anche di altri aspetti sociali.
Il consumo di acqua in bottiglia di plastica (PET) comporta:

* consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 240 bottiglie ovvero 360 lt d'acqua);
* consumi di gasolio (ed emissioni) per il trasporto delle bottiglie di plastica vuote verso l'impianto di imbottigliamento, quindi piene fino al punto vendita (valutati in 6 lt l'anno a persona), di nuovo vuote verso gli impianti di smaltimento;
* consumi di benzina (ed emissioni) dei consumatori: spesso decidiamo di prendere l'auto per andare al supermercato perché dobbiamo trasportare pesanti casse d'acqua, mentre per fare soltanto la spesa potremmo riuscire ad evitarlo (ipotizziamo, per comodità di calcolo, 2 lt l'anno a persona);
* la maggiore presenza delle auto nelle strade urbane e dei camion sulle autostrade;
* la fatica di portare le casse d'acqua in casa (soprattutto per gli anziani), quindi differenziare e infine trasportare i rifiuti plastici fino alla campana per la raccolta;
* lo smaltimento della plastica da parte del gestore dei rifiuti la quale, nella migliore delle ipotesi, viene riciclata per produrre alcune tipologie di prodotti (panchine, maglie di pile...), per altro di utilizzo limitato e non necessario.

Se il consumo annuo totale di combustibili fossili pro capite è superiore a 8 litri di gasolio/benzina più 8 kg di petrolio, allora una famiglia di quattro persone consuma almeno 64 litri di combustibili fossili per bere 1440 lt di acqua in bottiglie di plastica invece dell'acqua potabile del rubinetto di casa.
È assurdo utilizzare 4,4 lt di risorse fossili per trasportare 100 lt d'acqua, producendo notevoli danni ecologici e aumentando le spese, spinti più che altro dalle paure, indotte soprattutto da certa pubblicità, nei confronti dell'acqua potabile.
In realtà, tranne in casi particolari, non ci sono vantaggi per la salute consumando acqua imbottigliata né rischi bevendo acqua di rubinetto. Specifiche acque minerali sono importanti in alcuni casi terapeutici, sotto consiglio medico, e non a scopi genericamente salutistici, come viene spesso suggerito. D'altra parte invece l'acqua potabile che arriva in casa è frequentemente controllata e, per legge alcuni limiti sono più restrittivi rispetto alle acque minerali. Per quanto riguarda il timore dei calcoli renali, alcuni studi degli ultimi anni (vedi cloro, calcio e calcare) inducono i medici a consigliare un ampio apporto di calcio con la dieta (oltre 1 grammo al giorno), che oltre a prevenire l'osteoporosi e le malattie cardiovascolari, riduce il rischio di formazione dei calcoli stessi. Piuttosto è importante, come prevenzione, una elevata assunzione di acqua (2-3 litri al giorno). In sinstesi il problema della durezza dell'acqua è tecnologico (depositi di calcare nelle tubazioni, in caldaia, nella lavatrice) più che sanitario.

Inoltre l'acqua imbottigliata:

* dovrebbe stare al fresco e al buio per non perdere le caratteristiche dichiarate;
* ha una scadenza indicata, valida solo se non è esposta alla luce e agli sbalzi di temperatura;
* soddisfa le esigenze del bere, ma in realtà la maggior parte dell’acqua viene ingerita attraverso i cibi e le bevande preparate con l’acqua di rubinetto.
Il grosso ostacolo al consumo dell'acqua di rubinetto è il cattivo sapore dovuto essenzialmente al cloro. D'altronde la presenza di cloro al rubinetto, garantendo una continua azione battericida lungo tutto l'acquedotto, è la garanzia di potabilità (anche se il cloro puo' produrre sostanze indesiderate dette cloroderivati ed inquinamento ambientale). Quando la clorazione non è elevata, lasciare l'acqua in una brocca o caraffa larga in cima (in modo che l'ampia superficie dell'acqua faciliti l'evaporazione del cloro) può risolvere il problema organolettico. Altro eventuale problema può essere lo stato e la composizione delle tubazioni degli impianti molto vecchi, può arrivare a produrre materiali in sospensione.

Con la consapevolezza di quanto appena detto, ci è sembrata interessante la ricerca di una tecnologia appropriata per valorizzare e utilizzare al meglio la risorsa acqua potabile che arriva comodamente in casa, al buio e senza subire sbalzi di temperatura, con basso consumo energetico e impatto ambientale.
Analizzando tecnica, normativa, e considerando aspetti sanitari, ambientali e sociali, nonchè di qualità ed economia domestica, si scopre che il Decreto Ministeriale 443/90 contempla le tecnologie adatte per eliminare questi problemi. Si tratta di filtri a struttura composita, largamente utilizzati dalle aziende alimentari industriali, ma raramente proposti commercialmente per uso domestico.
Con questi sistemi è semplice ed economico ottenere comodamente in casa acqua fresca e corrente per bere e cucinare, aumentando la qualità dell'acqua potabile.
Al contrario normalmente vengono proposti costosi sistemi ad osmosi inversa, spesso inutili o inadeguati, oppure filtri e caraffe filtranti a buon mercato non sempre validi o che non rispettano la normativa italiana.

Teoricamente, per legge, avremmo diritto ad un'acqua insapore oltre che inodore e incolore. In altre parole possiamo chiedere maggiori investimenti da parte dell'amministrazione pubblica per l'ammodernamento delle reti e delle tecnologie usate negli acquedotti, ma costi e tempi sarebbero tutt'altro che contenuti e i risultati ambientalmente poco sostenibili. Per questo sia da un punto di vista tecnico-economico che di efficacia, ci sembra più appropriato un intervento di declorazione il più vicino possibile al punto di erogazione ovvero al rubinetto.
Riteniamo quindi appropriato, qualora necessario, un eventuale intervento di filtrazione o trattamento sopra o sotto al lavello secondo il DM 443/90, diversificando l'acqua per bere e cucinare (declorata) da quella per lavare le stoviglie.

La tecnologia offre soluzioni... il mercato vuole imporre le proprie... a noi resta il buon senso.

lunedì 11 dicembre 2006

Brogli elettorali

La denuncia di Deaglio sulla manipolazione di voto nelle ultime elezioni può avere un solo esito: il riconteggio delle schede bianche. Se questo non avvenisse, nei cittadini rimarrebbe per sempre il sospetto di brogli elettorali.
Il video di Deaglio è andato immediatamente esaurito nelle edicole, un segnale che non va ignorato. I maggiori quotidiani, invece, dopo avere riportato con evidenza le denunce di brogli elettorali attribuite al centro destra hanno quasi oscurato la notizia senza una apparente ragione. Molte delle analisi di Deaglio sono convincenti, il centro sinistra aveva un forte vantaggio sulla Cdl svanito in poche ore. La percentuale delle schede bianche è stata la stessa ovunque, un evento di difficile spiegazione.
Cosa e' successo veramente? Guardate questo video.